La Storia

storia_pratola.JPG La Valle Peligna come scenario ed i valori di mutualità cooperativa come fondamento dell’azione rappresentano una ideale sintesi della storia della Banca di Credito Cooperativo di Pratola Peligna, sorta nel lontano 1919 con la denominazione di “Cassa Cattolica di Depositi e Prestiti“, per iniziativa di un gruppo di benemeriti pratolani, guidati da un sacerdote intraprendente, Don Domenico de Cristofaro. Dalla sua fondazione, la Cooperativa di credito visse tra alterne vicende, come del resto buona parte di queste istituzioni. Gli inizi del periodo fascista provocarono diverse conseguenze sulla Cassa.

Il Governo fascista, infatti, nell’intento di limitare l’autonomia, di cui fino ad allora avevano goduto le Casse Rurali e di esercitare una più diretta funzione di controllo su di esse, aveva provveduto ad emanare norme concernenti la tutela del risparmio, favorendo l’istituzione di una Associazione nazionale fra le Casse Rurali riconosciuta con decreto 2316 del 30 dicembre 1926.

Vi fu inoltre una palese omologazione delle gestioni di tutte le casse e ciò provocò, naturalmente, un calo della partecipazione da parte dei soci alle assemblee ed alle votazioni per il rinnovo delle cariche. La conseguenza fu la negazione dello spirito di libera iniziativa della banca, che provocò varie difficoltà fino alla grande legge di Riforma bancaria. Le attività esercitabili dalle Casse Rurali (limitate al risparmio a breve termine) erano suddivise in: attività di deposito; attività di impiego del risparmio, con esclusivo riferimento a favore di agricoltori ed artigiani; attività di credito; attività finanziarie. La riforma incise profondamente sulla nostra Banca, nel clima difficile degli anni Trenta, nei quali si trovò ad affrontare una situazione di difficoltà che si protrasse soprattutto fra il 1930 ed il 1936, cui sopravisse grazie all’impegno dei soci e dei dipendenti.

Trascorso il periodo bellico, che arrecò dolorosi lutti anche alla compagine della Banca, e dopo la difficile fase della ricostruzione, la Cassa Rurale ed Artigiana di Pratola Peligna (che aveva nel frattempo assunto tale nuova denominazione) conobbe la prima, significativa, svolta negli anni '70; in tale periodo, infatti, al “boom” economico del Paese si aggiunse l'apporto delle rimesse degli emigranti pratolani che nel decennio precedente erano partiti in massa, soprattutto verso Stati Uniti,Argentina, Germania e Belgio.

Per assecondare la partenza di migliaia di cittadini pratolani e dellaValle Peligna, la Cassa Rurale dette fondo con coraggio alle proprie risorse finanziarie, allora minime. Tale politica coraggiosa fu premiata. Realizzata la propria fortuna, gli emigranti pratolani seppero ricordarsi della banca che li aveva aiutati nell'espatrio ed aprirono un “canale finanziario” di vasta portata con la “loro” 10 banca, apportando un flusso significativo di risorse.

In seguito, nel corso degli anni '90 poi, grazie ad una serie di strategie molto indovinate e premianti per soci e clienti la Banca di Credito Cooperativo (tale denominazione è stata assunta il 27/02/1994) ebbe una seconda importante svolta, con un poderoso aumento sia dei soci (nel 1990 erano 170, contro gli attuali 1.340), sia dei dipendenti (passati da 15 agli attuali 62) e con la trasformazione da ente monosportello a banca plurisportello, con l’apertura prima a Corfinio, poi a Sulmona, a Popoli ed in seguito a Vittorito, Bussi e Castiglione a Casauria.

Grazie a tale azione la nostra Banca è, oggi, è un istituto solido patrimonialmente, moderno sotto il profilo organizzativo in grado di soddisfare la domanda di servizi che emerge dal territorio; essa è un organismo vivo, operativo, moderno, in piena salute, che guarda sempre avanti, che cerca di anticipare il futuro per essere pronto ad ogni esigenza di soci e clienti.